Parlavano il greco antico, una lingua con un alfabeto simile al nostro, anche se comunque molto difficile da imparare. Nonostante questo, rimane ancora intatto il fascino della cultura greca, con i suoi miti, gli dèi e gli eroi.

La cività ellenica si sviluppò sulle coste della Grecia. Nota ancora oggi per le numerose opere d’arte giunte fino a noi, regnarono sulla storia antica principalmente per l’aspetto culturale e commerciale.
Lo studio della filosofia e del’astronomia era molto praticato
L’arte greca era molto sviluppata in vari campi come: l’architettura, la scultura, la poesia, il teatro e la creazione di vasi . I vasi sono le testimonianze maggiori che abbiamo oggi: essendo tantissimi sono stati ben conservati, anche se a volte incompleti. La scultura era all’epoca un’arte molto diffusa: contribuiva alla creazione dei templi dedicati agli dèi, che infatti presentavano molte sculture e molti disegni, affreschi e decorazioni di ogni tipo, dai capitelli di diversi stili alla pittura della struttura.
Erano considerate un’arte anche le Olimpiadi: gare che si svolgevano in un grande stadio che poteva ospitare molte persone, cittadini greci e non. Lo sport infatti era molto importante per questo popolo. Questa cultura è sopravvissuta fino ai nostri giorni, infatti le Olimpiadi e alcuni sport antichi come il lancio del disco e la corsa vengono ancora praticati, sia nelle competizioni importanti sia come intrattenimento.
La poesia invece è stata l’arte secondo me più importante per lo sviluppo culturale dei Greci
Infatti le maggiori opere La poesia invece è stata l’arte secondo me più importante per lo sviluppo culturale dei Greci oggi conosciute al livello universale e che vengono studiate in tutto il mondo sono i poemi come l’Odissea, l’Iliade. Il primo di questi due poemi narra della storia del re di Itaca, Ulisse, che parte per la guerra di Troia ma non riesce più a tornare a casa. Con l’aiuto degli dèi, dei suoi compagni di viaggio e della sua astuzia, fra mille avventure e disavventure, riuscirà però a rivedere l’amata famiglia e la sua isola. Il secondo poema invece racconta della storia di Achille, un guerriero, che si trova come Ulisse a combattere nella guerra di Troia. Quest’uomo ha però una particolarità: è invincibile perchè appena nato, la madre lo prese per un tallone e lo immerse nelle acque del fiume Stige, uno dei fiumi degli inferi.
Il tallone però fu anche la causa della sua morte perchè, non essendo stato immerso per sostenere il bambino, era l’unica parte vulnerabile del corpo di Achille. Fu proprio sul tallone che si conficcò la freccia che lo uccise.
Il popolo greco era politeista, cioè credeva in più dei, anziché in un solo dio. Il monte Olimpo era la sede degli déi. Massima importanza era attribuita a Zeus, considerato il padre o il re di tutte le altre divinità; egli era sposato con Era, dea delle donne e dei lavori di casa. I suoi fratelli si chiamavano Ade, re dei morti, e Poseidone, che regnava su tutti gli oceani. Di rilievo erano anche Afrodite, dea della bellezza e dell’amore, Apollo, dio del sole o della luce, della musica, dell’arte, della poesia e delle cose belle, Ares, dio della guerra, Atena, dea della guerra e della sapienza, generata da Zeus, secondo il mito, nata da un suo mal di testa. Si aggiungeva Efesto, il dio del fuoco, generato da Era in uno dei suoi momenti di ira verso il marito. Secondo alcuni racconti, Efesto ebbe commesso il grande errore di difendere la madre in una lite tra lei e Zeus, il quale, per vendicarsi, lo scagliò giù dall’Olimpo, procurandogli così una frattura che lo costrinse a camminare in eterno con un bastone. Vi erano anche Dioniso, dio del vino e dell’ebbrezza, Demetra, protettrice delle messi e dei raccolti, Artemide, dea delle vergini e della caccia e, infine, Estia, guardiana del focolare.
Gli dei avevano il dono del’invisibilità e dell’immortalità, ma erano simili agli uomini nel comportamento e nell’aspetto
Non riuscivano proprio ad astenersi dal manifestare passioni e debolezze e mal celavano le loro preferenze per alcuni abitanti terrestri, spesso eroi o semidei, cambiandone le sorti in più occasioni, per esempio nelle guerre. Padroni del destino degli uomini, nell’immaginario comune la sorte restava sempre e solo in capo a loro, i tanto venerati, invidiati, forse anche chiacchierati, dei dell’Olimpo.
Opere teatrali
Al V secolo a.C. risale la maggior parte delle opere teatrali della Grecia Classica. Esse erano rappresentate in occasione delle cerimonie, spesso religiose, che si svolgevano in onore del Dio Dionisio. Erano conosciuti tre tipi di opere teatrali: la più famosa, la tragedia, a seguire la commedia e il dramma satiresco.
Ad Atene il teatro assunse presto grande importanza, diventando un Luogo privilegiato in cui condividere idee e proporre soluzioni alle problematiche contingenti.
Le persone si riunivano lì per parlare di politica e di cultura nell’Atene democratica. La tragedia è l’ampliamento del dramma di antichissimi riti in onore di Dioniso, che avevano il compito di trasmettere valori sociali. Questa forma letteraria giunse sino all’ epoca del Romanticismo.
La tragedia è strettamente legata ai miti, condividendo con questi la principale finalità di riferire le origini di avvenimenti inspiegabili. Ciò che li differenzia è il modo di comunicare.
Il mito si affida al racconto orale, la tragedia alla rappresentazione diretta dei fatti
Vi è poi la commedia, più recente rispetto alla tragedia. Essa è conosciuta soprattutto per Aristofane, nonostante il primo autore fu stato Epicarmo. La sua origine non è molto nota; Aristotele l’associa ai canti fallici che accompagnavano i riti e le processioni tenute per onorare il Dio Dionisio.
Infine il dramma satiresco, introdotto da Pràtina di Fliunte, si pone come una sintesi dei due predetti generi, presentandosi appunto come una “tragedia che vuole far ridere”.
