Il Simposio di Platone

Eccoci qui miei cari lettori a Platone parte 2. In questa puntata parleremo del Simposio. Incominciamo: in una stanza ci sono Agatone, Aristofane, Fedro, Pausania, Erissimaco e Socrate. Ma perché sono tutti riuniti? Perché Agatone, il padrone di casa, ha vinto un premio importante e vuole festeggiare con un simposio.

Illustrazioni di Matilde

Cosa è un simposio? è un pranzo in cui si parla di filosofia. Dopo il banchetto, Pausania prese la parola: “visto il magnifico banchetto dovremmo pronunciare un discorso in onore di Agatone”, che però lo corresse: “non in mio onore ma in onore della cosa più grande e nobile che esista”.

Pausania continuò il discorso: “se siamo tutti d’accordo, oggi parleremo dell’Amore!” Già, cari lettori, a quei tempi l’amore era la cosa più importante che esistesse ma anche oggi lo è: senza l’amore noi non vivremmo perché l’amore fa riprodurre gli esseri viventi.

Pausania disse: “in principio governavano soltanto caos e amore. Soltanto l’amore poteva essere abbastanza potente da contrastare il caos: infatti l’erba voleva crescere sulle nuvole, le montagne volevano starsene in fondo al mare, il mare voleva prendere il posto del cielo insomma un vero disastro”. Infatti, continuò Fedro, soltanto il più grande, il più forte, il più vecchio, il più felice e il più bello di tutti gli dei avrebbe potuto sistemare questo disastro, non certo Ares il Dio della guerra, nemmeno Zeus il re degli dei, ma solo Eros il Dio dell’amore che parlò con un ognuno degli elementi rendendo il mondo come lo vediamo oggi.

A questo punto parla Socrate. “Credo che Fedro e Pausania abbiano concluso”, disse Socrate, “però ho da aggiungere alcune cose: Eros non era il più felice e nemmeno il più bello degli dei”. “Ma cosa dici?” urlò Pausania. “Calma miei cari amici lasciatemi spiegare”, riprese Socrate, “l’amore cerca sempre quello che non ha: se siamo deboli cerchiamo la forza, se non abbiamo la felicità la cerchiamo”. “Ok questo spiega perché non è felice ma prima hai detto che non è nemmeno bello”, disse Fedro. “Un po’ di pazienza ci sto arrivando”, rispose Socrate. “Ciò che non è bello non per forza deve essere brutto”.

Aristofane disse: “come sempre Socrate ci ha dimostrato che bianco è nero e nero è bianco, io non sarò bravo come lui ma posso spiegarvi perché gli uomini si amano e perché cercano di stare insieme. Diventarono le creature più presuntuose della terra e più insopportabili, tanto che gli animali andarono a lamentarsi con gli dei, che provarono a calmarli ma loro invece di essere ragionevoli li minacciarono che se non li lasciavano in pace sarebbero andati sull’olimpo a buttarli giù a calci.

Questo fece infuriare gli dei tanto che Zeus disse che gli uomini erano diventati davvero insopportabili e bisognava fare qualcosa. Ares il dio della guerra propose di ammazzarli tutti, ma intervenne Apollo, il dio del sole: “Potremmo tagliarli in 2 parti così da renderli meno prepotenti”, A tutti quell’idea piacque. Cosi presero gli uomini palla e li tagliano in due.

Si racconta che tantissimi anni fa gli uomini non fossero come sono oggi, ma erano delle palle che correvano come il vento perché invece di correre rotolavano”. Già cari lettori qui arriviamo alla figura platonica: soltanto che tanta felicità fece loro montare la testa. Quando volevano correre si mettevano a rotolare sulle loro otto estremità, si credevano così forti da non temere nessuno.

Ma questa idea non funzionò molto: gli uomini avevano smesso di fare qualsiasi cosa perché volevano solo tornare uniti. Poi, quando una metà moriva l’altra restava aggrappata al cadavere fino a morire di fame e di sete. Così Zeus decise di far tornare gli uomini uniti, ma non come un tempo, solo per fare in modo che potessero fare l’amore per riprodursi.

E così gli uomini si riproducono, ancora oggi, così anche dopo la morte le due metà saranno unite. Anche oggi le metà si cercano fin quando non si trovano, così da vivere insieme una vita felice. Attenzione che se rifaremo infuriare gli dei stavolta non ci perdoneranno. E così finisce il Simposio e il mio articolo.

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